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Nel 2017 Prosilas, già azienda leader nella manifattura additiva, riceve una richiesta da parte di una ricercatore dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma per la realizzazione di uno stent in policaprolattone.
Credendo fermamente nel progetto, l’azienda decide di investire in ricerca e sviluppo e, dopo due anni di sperimentazioni produce – in soli 6 mesi dalle prime prove – il primo stent biocompatibile e riassorbibile, rendendo possibile il primo trapianto di un bronco 3d in Europa.
Prosilas nasce a Civitanova Marche nel 2003 come azienda che offre servizi di prototipazione rapida tramite l’utilizzo di tecnologie additive e stampa 3d.
E’ attiva nei settori automotive, motorsports, aeronautico, medicale, calzaturiero e industriale.
Il suo apparato produttivo conta oltre 10 sistemi di manifattura additiva con tecnologie SLS ed SLA (Stereolitography).
All’interno dell’azienda sono presenti un reparto di progettazione ed ottimizzazione pre-processo, un’area dedicata ai trattamenti post-processo estetici e funzionali, una stazione metrologica per il controllo qualità e un’area dedicata alla ricerca e allo sviluppo.
Un “corpus” creativo che la rende in grado di fornire una serie di servizi a 360 gradi, un vero e proprio alleato di produzione.
Prosilas è parte del gruppo Prototal Industries.
La Broncomalacia è una malattia relativamente rara. Consiste in un’anomalia a carico delle grandi vie respiratorie congenita o acquisita. Coinvolge più frequentemente il bronco principale di sinistra e si manifesta con un cedimento o restringimento degli anelli cartilaginei che supportano la parete bronchiale impedendo il normale flusso dell’aria nel polmone e, nei casi più severi, rendendo i pazienti incapaci di respirare autonomamente.
Ne era affetto un bambino di 5 anni per il quale i medici del Bambin Gesù di Roma stavano cercando un modo per salvargli la vita senza dover dipendere per sempre da un respiratore.
Il bronco del bambino era schiacciato tra l’arteria polmonare sinistra e l’aorta toracica discendente. Questa compressione aveva generato il restringimento del condotto respiratorio e il cedimento degli anelli di cartilagine che sostengono la parete del bronco.
Il problema fondamentale era costituito dal materiale e dalla forma degli stent che solitamente sono metallici e vengono impiantati internamente agli organi cavi. C’era bisogno, infatti, di uno stent che potesse fare da struttura esterna, che sostenesse le parete bronchiale e le permettesse di rigenerarsi. Doveva, inoltre, crescere col corpo del bambino – senza spezzarsi né provocare emorragie – essere riassorbibile e agevolare la respirazione.
Da qui la richiesta dei ricercatori a tutte le aziende europee che si occupano di stampa 3d per la realizzazione di un bronco biocompatibile, richiesta che nessuna delle aziende contattate era in grado di accogliere.
“Nel 2017 ricevemmo la prima richiesta di realizzazione di uno stent in policaprolattone da parte di un ricercatore del Bambino Gesù di Roma. Fino a quel momento non avevamo mai sentito parlare di Policaprolattone. Credendo nel progetto, decidemmo di investire in ricerca e sviluppo lavorando sulle proprietà del materiale ed acquistando un nuovo macchinario interamente dedicato al progetto”, racconta Vanna Menco, CEO dell’azienda, perché«ci rendevamo conto che eravamo di fronte ad una cosa talmente straordinaria che valeva la pena provare”.
Lo stent è stato realizzato combinando idrossiapatite – già materiale elettivo per la realizzazione di dispositivi destinati alla rigenerazione ossea- e policaprolattone, un polimero biocompatibile e completamente bioassimilabile nel giro di un paio di anni che, prima d’ora non era mai stato stampato in 3d.
La realizzazione dello stent è il risultato di un lavoro che ha coinvolto diversi attori nel processo di manifattura additiva, consentendo di passare dall’idea alla realizzazione dello stesso in soli 6 mesi.
Le geometrie sono state realizzate partendo dalle immagini bidimensionali (TAC) realizzate nel Dipartimento di Diagnostica per Immagini dal dott. Aurelio Secinaro e poi rielaborate dal dott. Luca Borro dell’Unità di Innovazione e Percorsi Clinici.
Per i test di resistenza meccanica ci si è avvalsi della collaborazione con l’Università di Modena e Reggio Emilia e sono state necessarie numerose sperimentazioni, soprattutto in termini di sterilizzazione del dispositivo.
«La geometria permette sia alle cellule di non precipitare sul fondo e morire, sia di guidare la loro proliferazione e crescita» Vanna Menco, CEO Prosilas
La realizzazione dello stent con tecnologie di manifattura additiva è un chiaro esempio dell’evoluzione stessa delle tecnologie di stampa 3D tradizionali nella cosiddetta stampa 4D o bioprinting.
Alle tre dimensioni infatti si aggiunge una quarta dimensione a rappresentare la trasformazione nel tempo dei materiali.
Un’ evoluzione tanto avvincente quanto complessa che non può che rappresentare un passaggio fisiologico di chi ha creduto ed operato nel settore dell’additive manufacturing fin dagli albori.
L’ esperienza e la determinazione di Vanna e Giulio Menco e di tutto lo staff di Prosilas, sono stati fondamentali per la buona riuscita del progetto che proietta l’Italia tra i leader mondiali del settore.
«I dispositivi 3D realizzati con materiale riassorbibile, destinati a scomparire e ad assolvere la loro funzione in maniera poco traumatica, rappresentano la nuova frontiera della chirurgia delle vie aree in età pediatrica» spiega il cardiochirurgo Adriano Carotti. «Presto potranno sostituire completamente gli stent di silicone, facilmente dislocabili, e gli stent metallici che, una volta inglobati nella parete della via aerea, non sono più rimovibili e possono interferire con la crescita dell’apparato respiratorio del bambino. Il “bronco” 3D impiantato sul nostro piccolo paziente, invece, scomparirà dall’organismo nel giro di un paio d’anni. È ragionevole pensare che, nel frattempo, avrà indotto la generazione di una reazione fibrosa peribronchiale che in qualche modo “sostituirà” la funzione della cartilagine rovinata: il bronco sarà così in grado di sostenersi da solo e avrà la possibilità di svilupparsi e di continuare a crescere».
L’intervento è stato eseguito il 14 ottobre 2019 dal dott. Adriano Carotti, responsabile dell’Unità di Funzione di Cardiochirurgia Complessa con Tecniche Innovative, , in collaborazione con i chirurghi delle vie aeree del Laryngo-Tracheal Team, diretto dal dott. Sergio Bottero.
L’impianto nel bambino è stato possibile grazie all’autorizzazione da parte del Ministero della Salute all’uso compassionevole e Prosilas ha realizzato il dispositivo pro bono.
Il bambino è potuto tornare a casa a un mese dall’intervento e avrà una vita normale.
Conclude Vanna Menco: “ E’ stata una bella sfida che siamo contenti di aver vinto per quello che c’era in gioco: la vita di un bambino… Rendiamo disponibile al mondo del medicale le nostre esperienze ed il nostro processo affinché possano essere uno strumento utile a migliorare la vita di altre persone”.
Il Sole 24 Ore – Prosilas cresce con stampi in 3D nel settore biomedico di Michele Romano – 25/7/19
3D4Growth – Prosilas: ritorno alla vita grazie alle tecnologie di Additive Manufacturing di Francesco Puzzello – 3/12/19
Ospedale Bambino Gesù – Blog – Impiantato primo “bronco” 3D su bimbo di 5 anni – 3/12/19
Ansa.it – Bronco riassorbibile in 3D restituisce il respiro a un bambino di 5 anni – di Silvana Logozzo 3/12/19
Rai News – Bronco riassorbibile in 3D ridà il respiro a un bimbo – 3/12/19
Cronache Maceratesi – Bronco in 3D salva la vita ad un bambino – 3/12/ 19 di Laura Boccanera
TGcom24 – Bambino Gesù, bronco riassorbibile in 3D ridà il respiro a un bimbo – 3/12/19
01Health – Stent biocompatibile stampato in 3D per un bambino– 9/12/19
“Continueremo a lavorare allo sviluppo di questo tipo di applicazioni cercando di stimolare la comunità scientifica ad un maggiore uso di materiali e tecnologie di manifattura additiva, rendiamo disponibile al mondo del Medicale le nostre esperienze ed il nostro processo affinché possano essere uno strumento utile a migliorare la vita di altre persone”
Prosilas ha utilizzato le potenzialità della manifattura additiva per progettare e stampare in 3D un serbatoio in PA2200 prototipale e funzionale destinato a test di laboratorio o collaudi.
Questo serbatoio è progettato per contenere liquidi corrosivi come benzina, gasolio, liquido glicole-etilenico, liquido freni e ATF.
Il PA2200 è un materiale di stampa 3D noto come Nylon, utilizzato con la tecnologia SLS.
Caratterizzato da eccellenti proprietà meccaniche e chimiche, rispetta gli standard biocompatibili. Trova impiego in prototipazione industriale, produzione di componenti e dispositivi medici, e nell’industria automobilistica.
La sua versatilità nella stampa SLS lo rende adatto alla produzione in serie. Le parti stampate possono subire varie finiture, come metallizzazione e verniciatura.
Per garantire un finishing funzionale personalizzato, Prosilas ha implementato un trattamento superficiale impermeabilizzante.
Questo trattamento è stato sviluppato per sigillare le microporosità del poliammide, eliminando il rilascio di particelle di polvere comunemente associato ai manufatti SLS, senza alterare pesi e dimensioni.
Dopo la completa validazione del processo e l’ottimizzazione del trattamento superficiale, l’applicazione è entrata in produzione, consentendo la realizzazione la realizzazione di un intero lotto di serbatoi.
Grazie alle tecnologie avanzate di additive manufacturing e ai nuovi materiali, Prosilas ha conseguito la realizzazione di un prodotto “as-built” , cioè pronto per l’uso, senza compromettere gli aspetti funzionali.
L’adozione della tecnologia SLS (Selective Laser Sintering) ha permesso la creazione di parti complesse senza supporti di stampa, contribuendo a velocizzare i tempi e a ridurre i costi di produzione. Il processo produttivo è stato attentamente ottimizzato per adattarsi alle geometrie della parte e alle lavorazioni post-processo necessarie per garantire l’impermeabilizzazione del prodotto finito.
Questo innovativo serbatoio, sviluppato presso la sede di Civitanova Marche, è stato progettato considerando le esigenze specifiche dei settori auto, motocicli, ciclomotori, veicoli pesanti, veicoli per trasporto pesante e macchine agricole.
Il materiale con cui è stato realizzato è il PA2200 o comunemente detto poliammide; serbatoi e applicazioni di questo tipo si possono ottenere anche in Alumide, PA12 GF, PA2210 FR.
Inoltre forniamo finiture personalizzate per ogni tipo di richiesta specifica del cliente.
Gli obiettivi di questo progetto erano l’impermeabilizzazione, l’eliminazione del rilascio di particelle di polvere e la minimizzazione degli strati di materiale aggiunti (per conservare peso e dimensioni). I vantaggi ottenuti includono una notevole velocità di produzione e un significativo miglioramento delle prestazioni meccaniche, dimostrando la validità della strategia implementata da Prosilas.
La stampa 3D non solo accelera la produzione, ma aggiunge anche flessibilità immediata. Riducendo i tempi di sviluppo, possiamo rispondere rapidamente alle esigenze del cliente. La produzione just-in-time elimina le attese per stampi costosi, migliorando l’efficienza complessiva.
Gli aggiornamenti del prodotto sono rapidi e si adattano prontamente ai feedback del cliente. La produzione on-demand riduce gli sprechi e ottimizza gli inventari. Inoltre, la possibilità di personalizzazione in tempo reale consente una produzione allineata alle esigenze del mercato.
Le soluzioni offerte e la rapidità di esecuzione hanno orientato la scelta verso la produzione in serie.
Questo risultato è motivo di orgoglio per noi: sottolinea l’efficacia delle nostre proposte e la capacità nel soddisfare le esigenze del cliente con efficienza e tempestività.
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Puoi trovare l’articolo completo a questo link
“Sin dall’inizio della pandemia ci siamo messi a disposizione, pro bono, del servizio sanitario nazionale”.
“Vanna Menco, Ceo di Prosilas, leader nella stampa in 3D di Civitanova Marche: “Sin dall’inizio della pandemia ci siamo messi a disposizione, pro bono, del servizio sanitario nazionale”. Richieste di aiuto da Lombardia, Marche, Sicilia e Francia
Basta spingersi appena al di sotto della superficie, la superficie apparentemente immobile del Paese chiuso nel “lockdown” obbligato dalla pandemia, per scoprire che sono tante le aziende che in questo momento, in silenzio e pro-bono, aiutano gli ospedali a tenere la prima linea del contrasto al virus.
La Prosilas di Civitanova Marche è una di queste: dall’inizio dell’emergenza si è messa al servizio del sistema sanitario nazionale, pronta ad esaudire le richieste più varie, rispondendo “just in time” e “on demand”, per dirla all’inglese.
Semplificando per chi non è esperto della materia sforna pezzi completi o parti, stampando in 3D con materiali diversi e varie tecnologie sia prototipi che piccole produzioni di serie per le maggiori realtà dell’automotive e dell’industria illuminotecnica, con grandi aziende del settore industriale, moda, arredamento e design.
“Non appena ci siamo resi conto della gravità della situazione, abbiamo fatto un annuncio sull’Ansa – racconta Vanna Menco, figlia del fondatore titolare di Prosilas, Giulio, dal 2008 amministratrice di questa Pmi innovativa – insieme a Francesco Puzello, il consulente che fa da referente centrale per il network di aziende con cui collaboriamo. Ci siamo messi a disposizione per produrre parti di ricambi per i dispositivi che vengono utilizzati nelle terapie intensive, dai ventilatori agli adattatori”.
Più che le Asl sono stati direttamente gli ospedali a chiamarli. “Ci hanno contattato medici degli ospedali della Lombardia – continua Menco –, quelli che stanno in corsia, chiedendoci in maniera informale di produrre alcune parti di ricambio per i ventilatori polmonari, circa un centinaio. Qualcuno ci conosceva, qualcuno ci ha trovato su Internet. Oppure aziende e progettisti con cui già collaboravamo, che ci hanno chiesto una mano per ospedali della loro zona”.
Non è la prima volta che Prosilas si mette al servizio, con dispositivi di eccellenza, della sanità: a fine 2019 si è guadagnata i titoli dei giornali per aver salvato la vita di un bambino di cinque anni con la trachea collassata. Rispondendo alla ricerca lanciata dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha stampato uno stent su misura, partendo da un file tridimensionale estrapolato da una Tac e utilizzando un materiale biocompatibile, poi assorbito dai tessuti.
L’ospedale Torrette di Ancona li ha cercati perché aveva bisogno di adattatori per i flussimetri dell’ossigeno, parti di ricambio che non riuscivano più a trovare, dato che le aziende che li producono sono in affanno a gestire il boom della domanda.
Vanna Menco continua ad elencare i territori che hanno chiesto aiuto: “Ci hanno chiamato dalla Sicilia. E anche dall’estero, dalla Francia: nostri clienti francesi hanno ordinato valvole per consegnarle direttamente agli ospedali del loro paese”.
Prosilas ha collaborato anche con Cristian Fracassi, Ceo di Isinnova, l’ingegnere in 3D diventato famoso perché si è inventato il modo di trasformare la maschera da snorkeling di Decathlon in un respiratore.
“Nel mondo della stampa 3D ci conosciamo tutti, è un mondo piccolo, abbiamo lavorato con molti nostri colleghi di tutta Italia.Se posso, vorrei suggerire di non utilizzare troppo i cosiddetti ‘makers’ – mette in guardia Menco -, gli stampatori non professionali, perché significherebbe porre a repentaglio la sicurezza dei dispositivi. Umanamente l’entusiasmo con cui hanno risposto in tanti è stato meraviglioso, ma i materiali e i processi usati non certificati potrebbero creare problemi. Per ora non è stato così, per fortuna, ma bisogna fare attenzione”.
L’azienda di Civitanova Marche è rimasta aperta, anche se a ranghi ridotti – 5 alla volta su 18 dipendenti vanno ancora al lavoro – per finire alcuni ordini ma soprattutto per rendersi utile ai sanitari, altri seguono in smartworking.
“Questa emergenza non si esaurisce in fretta. Sarebbe opportuno costituire un network più formale a livello europeo – ragiona – fra tutti i centri professionali di stampa.Il problema delle parti c’è in tutta Europa: sarebbe di aiuto per gli ospedali avere un referente o un elenco per sapere qual è l’azienda più vicina a cui si può chiedere di stampare, visto che gli spostamenti tra paesi oggi sono pressoché interrotti”.
Di fronte all’emergenza Prosilas lavora pro-bono, nel caso di quantitativi più grandi si riserva di chiedere i costi del materiale, in prospettiva, però, il settore della sanità potrebbe rivelarsi uno dei più promettenti, strategicamente guardando al futuro:
“Perché no? Noi garantiamo forniture tracciate e certificate. Stavamo già da tempo investendo per aumentare le produzioni in ambito sanitario e wellness”.”
Fonte: “Prosilas: “Aiutiamo gli ospedali stampando ricambi per i ventilatori polmonari” l’imprenditore, 02 apr. 2020, https://www.limprenditore.com/menco-prosilas-aiutiamo-gli-ospedali-stampando-ricambi-per-i-ventilatori-polmonari
Al via la Piattaforma Tecnologica Innovativa marchigiana su farmaci diagnostici e nuovi approcci terapeutici: centri di ricerca e imprese fanno squadra per lo sviluppo della competitività del sistema produttivo regionale
È stata presentata il 17 dicembre dall’Assessora alle Attività Produttive della Regione Marche, Manuela Bora, la nuova Piattaforma collaborativa nell’ambito della medicina personalizzata: farmaci diagnostici e nuovi approcci terapeutici alla presenza della stampa locale e del partenariato guidato dal Prof. Mauro Magnani (Università di Urbino), coordinatore scientifico della piattaforma “Salute e Benessere”.
Il programma prevede un investimento di 10,3 milioni di euro, sostenuto con 5,4 milioni di contributi Por Fesr della Regione Marche ed un partenariato pubblico-privato di eccellenza composto da dieci aziende di grandi e piccole dimensioni (Angelini SpA, Diatheva Srl, Diatech Pharmacogenetics Srl, BiMind Srl, Gluos Srl, Mivell Srl, Pharmaprogress Srl, Prosilas Srl, Prosopika Srl, Recusol Srl) insieme all’Università degli Studi di Urbino, l’Università degli Studi di Camerino, l’Università Politecnica delle Marche e la Fondazione Cluster Marche.
Anche l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Torrette di Ancona verrà coinvolta, in quanto partecipa al programma di investimento attraverso il conferimento, a titolo gratuito, del terreno su cui verrà allestita la Biobanca e il Laboratorio associato.
L’operatività della piattaforma favorirà l’integrazione fra sistema scientifico e produttivo, l’inserimento in azienda di personale altamente qualificato, lo sviluppo di reti collaborative durature e sostenibili. Significativo l’incremento occupazionale previsto, tra ricercatori, tecnici specialistici, giovani tecnologi.
L’obiettivo è quello di valorizzare e mettere a sistema le competenze specialistiche presenti sul territorio nel settore attraverso la realizzazione della prima CrioBanca delle Marche che nascerà al di fuori delle strutture sanitarie, che già le utilizzano per usi interni. In questa nuova saranno conservati campioni che provengono da pazienti con malattie rare, oncologici e tutte le linee cellulari, a disposizione degli Atenei, usate a fine di ricerca.
La piattaforma offrirà un servizio integrato per la ricerca e l’uso interno dei campioni biologici. Inoltre la piattaforma prevede la realizzazione di tre progetti di ricerca ed uno di trasferimento tecnologico.
Si tratta di un grande programma di ricerca collaborativa di portata strategica, che risponde a specifici fabbisogni del sistema industriale regionale e alle esigenze delle piccole imprese più innovative in forte crescita: una grande opportunità per il tessuto imprenditoriale marchigiano di dotarsi di una piattaforma all’avanguardia.
Oltre alla Criobanca saranno attivati programmi di investimento per nuovi farmaci biologici, nuovi diagnostici molecolari e nuove formulazioni farmaceutiche finalizzate a personalizzare le terapie. Il programma ha anche il supporto della rete europea di infrastrutture BBMRI, di Federfarma Marche, della Fondazione di Medicina Molecolare e Terapie Cellulari di Ancona, di Cryolab, delle associazioni dei pazienti con malattie rare e/o oncologiche AISA Marche, Associazione Genitori Sindrome di Williams, AIL Pesaro, Associazione Nazionale Atassia Telangiectasia e del Gruppo Italiano per la lotta alla Sclerodermia.
Fonte: “Al via la Piattaforma Tecnologica Innovativa marchigiana su farmaci diagnostici e nuovi approcci terapeutici: centri di ricerca e imprese fanno squadra per lo sviluppo della competitività del sistema produttivo regionale” Fondazione Cluster Marche, 14 gen. 2020
L’11 settembre 2019 si è svolto il “Women in AM”, presso il Museo Alfa Romeo di Arese, a chiusura della prima giornata dell’RM Forum, organizzato da Eris Eventi.
Vanna Menco, General Manager di Prosilas, ha preso parte alla talk insieme a numerose altre donne che operano nel settore dell’Additive Manufacturing.
Nel suo intervento, ha sottolineato l’importanza del fare network, sperimentata grazie all’evoluzione che Prosilas, attiva dal 2003, ha vissuto. Infatti, è passata dalla richiesta di prototipi a quella di parti definitive, da produrre con materiali specifici e performanti.
Dagli speech si è evinta la multidisciplinarietà del settore, l’importanza della diversità che ognuno può portare e della collaborazione, che in questo caso vogliono dire sempre innovazione. Si è poi parlato della difficoltà delle donne ad accedere alle discipline indicate dall’acronimo STEM (Science Technology Engineering & Mathematics) e della loro scarsa presenza nei settori tecnico-scientifico ed industriale in generale. Il tutto corredato di studi e dati e dalla consapevolezza che serva formazione per permettere l’inclusione.
L’AM è un settore ancora di nicchia, nato come supporto alla produzione industriale tradizionale, si è evoluto diventando portatore di nuove soluzioni. E’ ancora in fase pioneristica, ma si lavora su più fronti, dall’automotive, all’illuminotecnica, dal fashion, al biomedicale.
Maggiori approfondimenti sull’evento sono disponibili qui.