In Prosilas è arrivata la 4° stampante 3D EOS 𝗣𝟳𝟳𝟬!

In Prosilas è arrivata la 4° stampante 3D EOS 𝗣𝟳𝟳𝟬!

La più grande camera di stampa disponibile sul mercato

 

In Prosilas è arrivata la 4° stampante 3D EOS P770!
Una macchina che promette di elevare ancora di più le nostre capacità produttive, riducendo ulteriormente i tempi di consegna!

La 𝗘𝗢𝗦 P770 è una stampante 3D SLS con tecnologia di fusione a letto di polvere e con sistema dotato di due laser, progettata per essere usata nei processi industriali, dove migliora l’efficienza produttiva e abbatte i tempi per la consegna delle parti stampate.

La EOS P770 ha anche un’ampia camera di stampa, che consente di produrre parti monolitiche di grandi dimensioni fino a 700 mm x 380 mm x 380 mm. Inoltre, la stampante è dotata di un sistema di controllo automatico della temperatura della camera di stampa, che consente di ottenere una migliore qualità di stampa.

 La sua elevata velocità ci aiuta a semplificare le nostre operazioni, consentendoci di rispettare le scadenze e di consegnare prodotti di alta qualità.

L’arrivo di una nuova stampante 3D EOS P770 rappresenta un nuovo passo importante per la nostra azienda!

Materiali SLS 

La stampante è in grado di lavorare con una vasta gamma di materiali polimerici, come PA (poliammide), TPU (poliuretano termoplastico) e il PA 603 CF ( carbon filled). 

PA 2200

Alumide

PA 603 CF

PA12 GF

PA2210 FR

Polypropylene

PA6 MF

TPU Black/White

 

Vacuum casting & stampa 3D

Vacuum casting & stampa 3D

Il processo di Vacuum Casting offre diversi vantaggi rispetto ad altri processi di produzione. In primo luogo, è un metodo relativamente economico, specialmente per la produzione di piccole e medie quantità. In secondo luogo, può produrre pezzi di alta qualità con finiture superficiali eccezionali e dettagli intricati. Infine, ha un tempo di produzione rapido, rendendolo ideale per la prototipazione rapida e la produzione di piccole quantità.

Il Vacuum Casting e la stampa 3D sono spesso utilizzati insieme per produrre pezzi di alta qualità in modo rapido ed economico. La stampa 3D viene utilizzata per creare un modello principale, che viene poi utilizzato per realizzare uno stampo in silicone per il Vacuum Casting. Questo metodo consente di produrre più pezzi da un singolo modello principale, rendendolo un processo efficiente per la produzione di piccole quantità.

Il Vacuum Casting è un processo di produzione altamente efficace che viene utilizzato da decenni per produrre pezzi di qualità superiore in diverse applicazioni. Negli ultimi anni, il Vacuum Casting è diventato sempre più diffuso in combinazione con la tecnologia di stampa 3D. In questo articolo, esploreremo la relazione tra il Vacuum Casting e la stampa 3D, i rispettivi vantaggi e svantaggi e come i produttori possono scegliere il metodo migliore per le loro esigenze e applicazioni specifiche.

Che cos’è il vacuum casting ?

Il Vacuum Casting è un processo che prevede la creazione di uno stampo in silicone a partire da un modello principale e successivamente il versamento di resina all’interno dello stampo. Ciò viene realizzato versando il silicone sul modello principale e consentendone la polimerizzazione. Lo stampo in silicone, una volta polimerizzato, viene utilizzato per creare una cavità in cui viene versata la resina. Lo stampo viene quindi posto sotto vuoto per eliminare eventuali bolle d’aria. Dopo la polimerizzazione, la parte finale viene rimossa dallo stampo.

Creazione dello stampo

Per creare uno stampo per il Vacuum Casting, il primo passo consiste nella produzione di un master della parte desiderata. Ciò può essere realizzato attraverso vari metodi, tra cui la stampa 3D (SLA è preferito per la sua alta precisione superficiale), la lavorazione CNC o anche la scultura a mano. Il master deve essere il più accurato e dettagliato possibile, poiché verrà utilizzato per creare lo stampo finale e le parti successive.

Una volta che il master è pronto, viene versato un materiale di gomma siliconica sopra di esso. La gomma siliconica viene scelta per la sua flessibilità e la capacità di riprodurre dettagli più piccoli. La gomma siliconica è tipicamente mescolata con un catalizzatore per avviare il processo di polimerizzazione e quindi versata sopra il master poi inserito in una camera sottovuoto per rimuovere eventuali bolle d’aria.

Dopo che la gomma siliconica si è polimerizzata e solidificata, lo stampo viene rimosso dal master. Successivamente, lo stampo viene preparato per la colata aggiungendo canali di ingresso, sfoghi e altre caratteristiche necessarie per consentire alla resina  di fluire attraverso lo stampo e creare la parte desiderata.

Una volta che lo stampo è pronto, la resina viene versata nello stampo poi inserita in una camera sotto vuoto per rimuovere eventuali bolle d’aria rimanenti. Lo stampo viene quindi lasciato a polimerizzare e la parte finale viene rimossa dallo stampo una volta completato il processo di polimerizzazione.

È importante notare che lo stampo può essere riutilizzato più volte per creare parti identiche. Tuttavia, nel corso del tempo, lo stampo potrebbe usurarsi o danneggiarsi e alla fine richiedere la sostituzione.

In generale, la creazione dello stampo è un passaggio cruciale nel processo di colata sottovuoto, poiché influenza direttamente la qualità e l’accuratezza della parte finale. Preparando accuratamente lo stampo e rimuovendo eventuali bolle d’aria, i produttori possono produrre parti dettagliate e di alta qualità adatte a una vasta gamma di applicazioni.

 

Materiali per il Vaccum Casting

Le resine poliuretaniche sono scelte per la loro capacità di replicare i dettagli fini dello stampo e per la loro resistenza e durabilità. Inoltre, questi materiali possono simulare varie proprietà meccaniche e produrre parti con proprietà simili a quelle di polimeri come ABS, PC, PP.

Esistono molti tipi di resine poliuretaniche disponibili, ognuno con le proprie proprietà e caratteristiche. Alcuni fattori comuni da considerare quando si seleziona una resina includono:

  • Durezza superficiale: Questo si riferisce alla resistenza del materiale all’indentazione e viene misurato sulla scala di durezza superficiale . Un numero più alto indica un materiale più duro.
  • Colore: Le resine poliuretaniche possono essere trasparenti, bianche, nere o una gamma di altri colori. Il colore della resina utilizzata dipenderà dall’aspetto desiderato della parte finale.
  • Flessibilità: alcune resine sono più flessibili di altre, il che può essere utile per le parti che saranno soggette a piegature o ad altre forme di deformazione.
  • Resistenza alle temperature: alcune resine sono progettate per resistere ad alte temperature, rendendole adatte per l’uso in applicazioni in cui la parte sarà esposta al calore.

La resina poliuretanica specifica scelta per un progetto dipenderà dalle esigenze della parte che si sta producendo. Ad esempio, se la parte deve essere altamente dettagliata e avere una finitura superficiale liscia, potrebbe essere utilizzata una resina a bassa viscosità. Se la parte deve essere altamente resistente e resistente agli urti, potrebbe essere scelta una resina con una durezza Shore più elevata.

È importante notare che alcune resine poliuretaniche possono anche essere colorate o verniciate dopo la colata per ottenere un colore o una finitura specifica.

In generale, la selezione della resina poliuretanica appropriata è una considerazione importante nel processo di colata in vuoto, poiché influisce direttamente sulle proprietà e sull’aspetto della parte finale. Scegliendo attentamente la resina in base alle specifiche esigenze della parte, i produttori possono produrre parti di alta qualità che soddisfano le esigenze dei loro clienti.

Vacuum casting &  stampa 3D

Mentre il vacuum casting ha molti vantaggi, la stampa 3D offre anche vantaggi unici. In primo luogo, consente una maggiore flessibilità di progettazione e la capacità di creare geometrie complesse che sarebbero difficili o impossibili con altri processi di produzione. In secondo luogo, offre la personalizzazione delle parti, rendendolo ideale per la produzione di lotti di produzione individuali o piccoli. Infine, ha una velocità di produzione rapida, con parti spesso prodotte in poche ore o giorni, rendendolo ideale per la prototipazione rapida.

La scelta tra il vaccum casting e la stampa 3D dipende dall’applicazione specifica e dai requisiti della parte da produrre. Il casting sottovuoto può essere più conveniente ed efficiente per produzioni di piccole e medie dimensioni, specialmente quando la stampa 3D viene utilizzata per creare il modello maestro. Tuttavia, per parti uniche o altamente personalizzate, la stampa 3D potrebbe essere la migliore opzione.

In conclusione, il casting sottovuoto e la stampa 3D sono entrambi preziosi processi di produzione che offrono vantaggi unici. I produttori possono selezionare il processo più adatto alle loro specifiche esigenze e applicazioni comprendendo i punti di forza e di debolezza di ciascun metodo.

Vacuum Casting: vantaggi

Il processo di colata sotto vuoto ha diversi vantaggi rispetto ad altri processi di produzione, tra cui:

Economico:  è un processo di produzione relativamente a basso costo, specialmente per produzioni di medio-piccole dimensioni.

Parti di alta qualità:  può produrre parti di alta qualità con eccellenti finiture superficiali e dettagli intricati.

Velocità di produzione:  può produrre parti in pochi giorni, rendendolo un processo ideale per la prototipazione rapida e le produzioni di piccola scala.

Vacuum Casting and 3D Printing : la relazione 

Il vacuum casting e la stampa 3D vengono spesso utilizzate insieme per produrre pezzi di alta qualità in modo rapido ed economico. La stampa 3D può essere utilizzata per creare un master, che viene quindi utilizzato per creare uno stampo in silicone per la fusione sotto vuoto. Ciò consente la produzione di più parti da un singolo master, rendendolo un processo efficiente per piccole produzioni.

Vantaggi della stampa 3D

Anche se la fusione sotto vuoto ha molti vantaggi, la stampa 3D ha i suoi benefici unici, tra cui:

Flessibilità di progettazione: la stampa 3D consente una maggiore flessibilità di progettazione e la capacità di creare geometrie complesse che sarebbero difficili o impossibili con altri processi di produzione.

Personalizzazione: la stampa 3D consente la personalizzazione di parti, rendendola un processo ideale per la produzione in piccoli lotti o di parti uniche.

Velocità: la stampa 3D può produrre parti rapidamente, spesso in poche ore o giorni, rendendola un processo ideale per la prototipazione rapida.

Quale dei due è più conveniente?

La scelta tra il vacuum casting e la stampa 3D dipende dalle specifiche applicazioni e dai requisiti della parte che si vuole produrre. Per produzioni di piccole e medie dimensioni, la colata sottovuoto può essere più conveniente ed efficiente, specialmente quando si utilizza la stampa 3D per creare il modello principale. Tuttavia, per parti singole o altamente personalizzate, la stampa 3D potrebbe essere la soluzione migliore.

 

 

La capacità tecnologica di Prototal Group 

 

Prosilas, parte del Gruppo Prototal, ha una vasta esperienza nella stampa 3D e internamente possiede le tecnologie più avanzate. Con una vasta gamma di macchine per la colata sottovuoto, sono diventati un partner affidabile nella produzione.

Il Gruppo Prototal ha investito pesantemente in attrezzature all’avanguardia, rendendo Prosilas un esperto nella produzione di prototipi di alta qualità e parti per uso finale. La loro esperienza nellamanifattura additiva ha permesso loro di offrire soluzioni personalizzate ai loro clienti, garantendo di soddisfare tutte le loro esigenze e requisiti.

Oltre alle loro capacità di stampa 3D, il gruppo Prototal dispone di una vasta gamma di macchine per il vaccum casting, rendendo possibile per loro produrre parti in vari materiali e quantità. La loro vasta conoscenza ed esperienza in questo settore li rende un partner affidabile per progetti di produzione di qualsiasi dimensione o complessità.

In generale, la combinazione della loro esperienza nella stampa 3D e nel vaccum casting, così come il loro grande numero di macchine, rende Prosilas e il Gruppo Prototal un partner affidabile ed efficiente nell’industria manifatturiera.

PlastiCare, una filosofia per vivere la plastica in maniera consapevole

PlastiCare, una filosofia per vivere la plastica in maniera consapevole

Intervista

L’iniziativa è stata promossa da Guzman Polymers e noi, in quanto utilizzatori di polimeri per lavorazione industriale, siamo stati chiamati a dare il nostro contributo nella diffusione di un uso intelligente e responsabile della plastica.

Parlando di polimeri, non possiamo non ricordare quanto le materie plastiche abbiano dato un’accelerazione e un contributo fondamentali alla produttività dell’industria, specialmente in un settore come il nostro, quello della stampa 3D, dove proprio le plastiche hanno consentito lo sviluppo di comparti produttivi che prima non venivano neppure esplorati, a causa l’impossibilità di generare le economie di scala necessarie a giustificare gli investimenti iniziali.

Al posto di una spesso ingenua “Plastic free”, campagna ormai molto in voga, ci troviamo quindi d’accordo con un più utile e fruttuoso concetto di “Plastic Care”, ossia una divulgazione sana circa l’utilizzo consapevole delle materie plastiche. Approfondiamo insieme alla nostra CEO, Vanna Menco e a Fulvio Confalonieri, General Manager di Guzman Polymers.

In che modo la plastica ha influenzato e sta influenzando concretamente la produzione industriale?

V.M.:La scoperta delle materie plastiche ha influenzato ogni settore industriale, portando benefici e nuove possibilità di sviluppo. La scelta è ricaduta su questi tipi di materiale per il numero di applicazioni possibili e per le caratteristiche tecniche. Molte innovazioni tecnologiche e molti prodotti hanno inoltre beneficiato dell’utilizzo dei polimeri: ciò ha permesso uno scatto verso una progressiva modernizzazione che ha investito tutto il sistema di vita che conosciamo oggi. La manifattura additiva è nata nel1986 quando Chuck Hull pubblicò il brevetto dell’invenzione della stereolitografia. Il processo implicava la creazione di oggetti solidi in polimero fotosensibile: strato dopo strato si indurisce la parte stampata in 3D. Possiamo affermare che è proprio grazie ai polimeri che si è giunti alla tecnologia additiva.

F.C.: Se nel 1800 si muovono le prime scoperte nel campo dei polimeri, è però nel 1900 che la scienza accelera compiendo passi da gigante, scoprendo e industrializzando in breve tempo nuovi tecnopolimeri che si riveleranno fondamentali per lo sviluppo dell’umanità. Non c’è infatti campo tecnologico che non abbia tratto vantaggio dall’impiego di materie prime plastiche: il settore medico, tessile, alimentare, automobilistico, ecc. L’introduzione della plastica nell’ampio scenario dei materiali ha aperto nuove strade che erano impensabili fino a 60 anni fa, anni in cui la produzione mondiale si attestava intorno ai 15 milioni di tonnellate di plastica per essere oggi ben oltre i 350 milioni, il 51% proviene dall’Asia, il 18% dagli Stati Uniti e il 17% dal continente Europeo.

Quali prodotti o categorie merceologiche risulterebbero più a rischio, se abolissimo il consumo di plastica? Con quali svantaggi per il mercato, per l’uomo e per il Pianeta?

V.M.: L’abolizione totale delle materie plastiche avrebbe un impatto epocale. Rinunciare a un certo tipo di performance, di applicazione e di design sarebbe una grande e, forse, inutile sfida. È sensato concentrare gli sforzi verso l’innovazione, per un utilizzo più consapevole dello sviluppo di materiali e di processi a basso impatto ambientale e per la creazione di sistemi più efficienti per la gestione dei rifiuti. L’utilizzo dei polimeri agisce già nei processi di miglioramento dell’efficienza energetica.

F.C.:Abolire la plastica, o più in generale i polimeri, non è possibile e nemmeno auspicabile, ma soprattutto: perché farlo? Una cosa deve essere chiara: l’abolizione della plastica significherebbe la regressione totale dell’umanità e credo che ciò non gioverebbe a nessuno. L’introduzione della plastica non è stato un errore di valutazione bensì la fantastica inventiva dell’uomo che è stato capace di trasformare un bene in un altro bene più prezioso. L’elenco delle applicazioni plastiche è infinito ma, per capire che un mondo senza plastica non è certo un buon augurio, è sufficiente pensare alle innumerevoli applicazioni di alcuni tecnopolimeri in campo medico o all’imballaggio degli alimenti, grazie al quale si riducono gli sprechi, estendendo la shelf life dei prodotti confezionati e garantendo qualità e sicurezza; o anche alle tecnologie di comunicazione. La plastica rappresenta quindi una risorsa potente e versatile, per cui gli sforzi della scienza dovrebbero semplicemente concentrarsi sulla sua continua ottimizzazione, valorizzazione, mentre quelli del normale cittadino sulla gestione del prodotto finito e degli scarti in accordo a quanto espresso dalle normative vigenti in tema di tutela e valorizzazione dell’ambiente. Senza la plastica, e questo è un concetto chiaro, si rischierebbe di tornare alle centrali a carbone. Che senso avrebbe? Quello delle centrali si tratta solo di un esempio tra tanti. Il progresso non può tornare indietro nemmeno tenendo conto che a volte, negli scorsi anni, tanti hanno usato questo materiale straordinario in modo improprio, o eccessivo, o ancora non sono stati in grado di smaltirlo. Adesso ci sono tutte le basi per l’utilizzo consapevole: il “plastic care”, appunto, che pone l’attenzione anche sul “fine vita” del prodotto per non sprecare né inquinare.

Quali segmenti di mercato beneficiano maggiormente dall’uso delle plastiche? E quali altri potrebbero beneficiare di un loro utilizzo maggiore?

V.M.:Il settore automotive è stato uno dei primi ad avvalersi delle soluzioni provenienti dalla manifattura additiva con polimeri plastici: ad oggi è uno dei dei suoi maggiori fruitori. Anche il campo medico ha potuto sviluppare nuove e utili applicazioni dall’alto valore sperimentale proprio grazie alle plastiche, versatili e sterilizzabili. Senza dimenticare gli altri settori industriali che attraverso l’uso delle tecnologie additive e, di conseguenza, i polimeri, possono produrre più velocemente e a prezzi più vantaggiosi. Davvero una grande spinta verso l’innovazione tecnologica.

F.C.:In primis direi l’imballaggio, il cui mercato in Europa rappresenta, da solo, circa il 30% del volume complessivo, seguito poi dall’edilizia, automobilistico, elettrico ed elettronico. Certamente nel settore edile stiamo osservando un forte incremento nell’uso dei polimeri per l’efficientamento energetico; altresì dicasi per il settore E&E nel transportation, per c0ui i nuovi sistemi di propulsione sono ingegnerizzabili grazie all’impiego di tecnopolimeri molto performanti.

Parliamo di materiali: commodities, engineering, tecnopolimeri e biopolimeri. Quali trovano oggi maggiore applicazione nell’ambito della produzione industriale e/o additiva? In quali ambiti e con quali risultati/ benefici concreti?

V.M.:Nonostante le tecnologie di manifattura additiva possano supportare un numero ancora limitato di materiali plastici, molti sforzi si stanno concentrando permigliorare la sostenibilità della filiera. A questo proposito possiamo parlare dell’introduzione del PA11, una poliammide bioplastica che deriva da fonti rinnovabili. Viene utilizzata per la conversione di alcune produzioni sfruttando le sue caratteristiche migliorative in termini di impatto ambientale.

Anche i tecnopolimeri sono oggetto di studi approfonditi per operazioni di metal replacement: consentono infatti di migliorare le performance in termini di risparmio energetico e di sostituire l’uso dei metalli la cui lavorazione continua ad avere un forte impatto ecologico ed economico.

Possiamo, inoltre, citare il policaprolattone. Largamente utilizzato nel campo medicale, è un materiale grazie al quale siamo in grado di stampare in 3D dispositivi impiantabili e assorbibili dal corpo umano: stent bronchiali e strutture per agevolare la ricrescita ossea.

F.C.:Il settore dei biopolimeri ha certamente registrato una crescita impressionante negli ultimi dieci anni seppur i settori applicativi sono, attualmente, ancora limitati. I tecnopolimeri più tradizionali, penso per esempio alle Poliolefine, Nylon, Policarbonato ecc continuano ad essere trainanti e difficilmente sostituibili in un’ottica massiva. Piuttosto, ciò che attualmente si sta osservando è, per questi stessi polimeri, lo sviluppo di tecnologie produttive volte alla riduzione dell’impatto ambientale, pensiamo per esempio utilizzo di feedstock alternativi al petrolio (tall oil per esempio); fonti rinnovabili; riciclo chimico e meccanico. 

La plastica è al centro di molte polemiche. Tuttavia la questione del suo corretto smaltimento non viene mai approfondita, né affrontata seriamente, con un grande spreco di risorse e una crescente insoddisfazione. Perché?

V.M.:Il tema dello smaltimento dei rifiuti è pieno di criticità che, a oggi, non hanno ancora una soluzione effettiva. Il primo grande errore è considerare la plastica come un unico materiale o un insieme di materiali simili. In realtà, tra polimeri ci sono delle differenze chimicamente sostanziali. Per prima cosa bisognerebbe ribaltare l’idea consolidata che un prodotto in plastica sia qualcosa di economico e scadente: ciò può essere fatto, ad esempio, creandomanufatti che abbiano valore sul mercato e nel tempo ed evitando, per quanto possibile, gli oggetti monouso. 

Successivamente, occorre affrontare il tema dei rifiuti con un approccio sistematico, che parta dalla corretta informazione del consumatore fino ad arrivare al miglioramento dell’organizzazione della catena di smaltimento e riciclo. 

F.C.:In generale io credo che il tema del corretto smaltimento della plastica e valorizzazione della stessa sia un tema ancora complicato da gestire nella sua totalità. Pertanto, credo che sia culturalmente che tecnologicamente ci vorrà ancora del tempo prima che il sistema raggiunga la sua massima efficienza. Fermo ciò, e a livello del comune cittadino, credo si debba insistere e persistere su alcuni punti cardine che sono: in primis riduzione degli sprechi, e ciò a prescindere che si tratti o meno di materiale plastico; il rispetto dell’ambiente e un maggiore senso civico, per cui il corretto smaltimento di ogni bene a fine vita diventi una pratica quotidiana scelta e non più subita. Piuttosto, ciò che più mi sorprende e spaventa, è osservare come spesso il tema della plastica venga dibattuto senza tenere conto dei dati scientifici più accreditati, giungendo spesso a conclusioni distorte ed ingannevoli e che in tanti casi portano a legiferare soluzioni tecniche decisamente discutibili.

Nel suo libro “Il paradosso della plastica”, Chris DeArmitt elenca una serie di falsi storici diffusi in merito alla plastica. Quali sono i più pericolosi?

V.M.:Diamo merito all’autore per aver scardinato molti, se non tutti, i luoghi comuni veicolati dai media sulla plastica. Ha suscitato la mia attenzione il concetto della sostituzione della plastica con materiali biodegradabili (come ad esempio la carta) e ho trovato lodevole l’approccio scientifico che l’autore vi ha dedicato. La lavorazione della carta ha un maggiore impatto sulla produzione della CO2. Possiamo ben intendere, perciò, chele cause dell’inquinamento mondiale non sono i materiali in sé, ma i processi di produzione e smaltimento. Di conseguenza, la soluzione è rendersi conto che è il comportamento umano il fulcro di questo cambiamento.  

Inoltre, non è vero che le materie plastiche sono la prima causa di inquinamento. Questo è stato dimostrato da un istogramma fornito dall’EPA (U.S. Environmental Protection Agency), che ci mostra come in realtà siano la carta, il cartone (26.0%), i rifiuti alimentari (15.2%) e gli sfalci da giardino (13,2%) le maggiori cause dei rifiuti nel mondo.

F.C.:Il merito che certamente va dato al dr. Chris De Armitt nel libro “il paradosso della plastica” (per altro gratuito e liberamente scaricabile) è quello di aver mosso l’opinione pubblica a rifocalizzare la discussione sulla plastica non più su vaghe informazioni, spesso fake news, bensì su fatti e dati scientificamente provati. I consumi reali della plastica rispetto agli altri materiali; l’impatto ambientale della plastica verso materiali erroneamente considerati più green da gran parte dell’opinione pubblica; la pericolosità della plastica per il genere umano, sono solo alcuni degli esempi che il dr. Chris DeArmitt sottopone all’attenzione del suo pubblico cercando di argomentarli sempre in modo estremamente scientifico. A tal proposito, mi permetto di dire che l’accesso all’informazione via internet sia stata una grande conquista del nostro secolo ma al tempo stesso estremamente pericolosa perché diventa difficile, se non talvolta impossibile, filtrarla e verificarla. Quello delle microplastiche, per esempio, sulla cui origine e pericolosità spesso si dibatte, è un capitolo estremamente interessante perché libera il terreno da informazioni spesso false e su cui si basa gran parte della campagna demonizzatrice contro la plastica.

Senza l’educazione delle persone all’utilizzo e al corretto valore della plastica il problema sarà sempre osservato da una prospettiva negativa. Da dove possiamo cominciare a sovvertire il paradigma e ampliare la visione?

V.M.: Fornire informazioni più scientifiche e meno sensazionalistiche è il miglior modo per creare una cultura e, di conseguenza, un comportamento corretto. Scorciatoie come spostare l’attenzione su un nemico comune non sono utili a risolvere il problema, anzi, deviano le energie nella direzione sbagliata. L’unica soluzione è quella di affidarsi al progresso tecnologico e scientifico.

F.C.: Ci vuole innanzitutto un’informazione il più possibile scientifica e neutrale, lontana cioè da ogni genere di gioco lobbistico. È necessario poi insistere su un processo educativo volto ad un uso serio e responsabile della plastica, ma direi più in generale di ogni risorsa, e che parta dai giovani, fin dai primi anni, con molta pazienza perché questo processo richiederà molto tempo. In termini legislativi poi ci vuole serietà e determinazione affinché ogni azione contro l’ambiente non passi impunita. Infine, ma non da ultimo, il modo politico deve assecondare lo sviluppo di un piano industriale lungimirante.

PlastiCare, la campagna di divulgazione finalizzata ad un uso più consapevole ed equilibrato della plastica: come interpretate personalmente questo concetto?

V.M.:Partiamo dal concetto di consapevolezza. Essere consapevoli vuol dire essere “in contatto”, “in relazione”, saper stare nel rispetto dei limiti. E questa è una cosa infinitamente più complessa dell’essere meramente consci dell’accadere di un evento. Prendersi cura dell’ambiente vuol dire, innanzitutto riconoscere l’esistenza dell’Altro, il quale ha il nostro stesso valore e rispettarne i limiti, i bisogni e le possibilità.

Se partiamo da questa consapevolezza ecco che la sostenibilità, intesa non solo come attenzione scrupolosa a tutti i processi (siano essi di produzione, di smaltimento e di riciclo) ma  anche  e soprattutto attenzione a fornire una risposta che sia adeguata ai bisogni, diviene cura per eccellenza.

F.C.: La plastica è una risorsa immensa e non un male, ma ovviamente, e come tutte le cose, può diventarlo se usata in modo irrispettoso e disequilibrato. Plastic Care per me significa quindi uso intelligente e responsabile della plastica e riduzione degli sprechi. Pertanto: Less Plastic free, More Plastic Care!

Una cosa abbiamo ben chiara: l’abolizione della plastica significherebbe una pesante regressione a fronte di pochi vantaggi. L’introduzione della plastica non è stato un errore di valutazione, bensì l’invenzione dell’uomo, capace di trasformare un bene in un altro bene ancora più prezioso. La plastica va però considerata e trattata con cura – PlastiCare, appunto – affinché i problemi che riguardano il suo smaltimento non offuschino i benefici che procura il materiale in sé.

Soluzioni AM sempre vincenti grazie a speciali blend di materiali

Soluzioni AM sempre vincenti grazie a speciali blend di materiali

Know-how a disposizione di ogni settore

Settori diversi richiedono

all’Additive Manufacturing soluzioni diverse.

Sfruttando un workflow dinamico, siamo in grado di declinare un vasto know-how costruito in tema di processi e materiali per la stampa 3D e trovare il mix di competenze e applicazioni più adatto alle singole esigenze della clientela.

Mettiamo in campo le nostre conoscenze e sperimentiamo nuove soluzioni in itinere.

Luca Ferroni Tecnico Senior Prosilas Stampa 3d

Settori di applicazione

I settori in cui otteniamo maggiori richieste e migliori risultati:

  1. Automotive (20% dell’attività)
  2. Industriale (17%)
  3. Fashion (17%)
  4. MotorSport & Racing (8%)

Il nostro tecnico Roberto Nasini spiega che l’esigenza principale dei clienti “ MotorSports & Racing”  è quella di coniugare: 

  • resistenza
  • leggerezza
  • rapidità di realizzazione.

Oltre alla velocità del processo, sono i materiali a fare la differenza!

Al momento, Prosilas è l’unico produttore in Europa a utilizzare il caricato carbonio anche per parti di grandi dimensioni. Siamo stati, infatti, i primi a testare l’ALM603CF su una stampante 3D P770 di EOS, riuscendo anche a dribblare le tradizionali difficoltà sull’asse Z, (notoriamente più debole degli altri) grazie allo studio di parametri-macchina adatti.

Riguardo al finishing, i clienti  richiedono spesso la finitura con il fondo lisciato: per questo viene utilizzato un primer per rimuovere le ruvidità, e dare maggiore estetica e aerodinamica.

Blend diversi: la soluzione strategica per l’uso funzionale ed estetico dei materiali additivi

Nel settore industriale lavoriamo soprattutto per la creazione di  prototipi e per la produzione di attrezzaggi e posaggi, stampando le parti che vanno all’interno delle catene produttive.

I prototipi possono essere estetici (solitamente in poliammide) oppure estetici e funzionali insieme: in questo caso richiedono mix più resistenti – come caricato vetro, caricato alluminio o caricato carbonio – ad esempio, per sopperire ad una maggiore resistenza termica o meccanica.

A seconda delle esigenze, si possono creare dei componenti (di solito posaggi) composti da due parti una rigida in poliammide e una in tpu più morbida in grado di evitare graffi ed abrasioni.

Il TPU bianco o nero ,inoltre, è il materiale largamente utilizzato  nel comparto fashion: si lavora molto sia con la realizzazione di prototipi sia con la produzione in serie di scarpe, borse e gioielli. 

Proprio grazie alla possibilità di produrre in serie è nata un’iconica suola in TPU con una complessa struttura voronoi, la suola Skeleton di Philipp Plein , flessibile in alcune parti e più rigida in altre.

Scarpa Skeleton di Philipp Plein ; suola stampata in 3d in Prosilas

“Per oggetti come questi”, spiega Nasini, “è importante bilanciare il design con la funzionalità e capire qual è la densità giusta che, a seconda degli svuotamenti possibili, fa differenza su spessori, flessibilità e morbidezza. Il tutto in un pezzo monolitico, non assemblato. I risultati sono stati così convincenti che dalle 560 realizzate nel 2021 si è passati alle 1.735 del 2022, con altri brand che arrivano perché queste possibilità sono un grande plus per i creativi”.  Roberto Nasini

Il lavoro sul materiale influenza anche il finishing

Grazie a colorazioni ad hoc: il TPU pigmentato di nero, ad esempio, evita la verniciatura della suola e quindi la sua perdita di colore quando si consuma. 

Il settore dell’Automotive, quello in cui realizziamo la percentuale più consistente del nostro business, riassume tutto quello che l’azienda realizza negli altri settori. I risultati dipendono anche dai materiali, per cui si lavora sulla Poliammide quando si punta sull’estetica e su caricato vetro, caricato alluminio e caricato carbonio  per la funzionalità. 

In generale, non ci sono settori merceologici da escludere. Le esigenze cambiano rapidamente e le consegne in poco tempo diventano cruciali: per questo si lavora per ottimizzare la velocità delle macchine e per raffinare le performance dei materiali. 

Aumentando, così, la competitività rispetto alla tecnologia tradizionale.

Poliammide e Fibra di Carbonio: un alleato alla produzione solido e leggero

Poliammide e Fibra di Carbonio: un alleato alla produzione solido e leggero

Vent’anni di know-how

Scelte di qualità vincenti

Nel 2023 si celebrerà il ventennale di ProsilasIn questi vent’anni abbiamo maturato una profonda esperienza nel campo della manifattura additiva, supportando le aziende sia nella fase di prototipazione che di produzione rapida, operando principalmente con tecnologie SLS, coadiuvate da diversi sistemi e tecniche di progettazione e finishing, e con materiali puri come le Poliammidi, oppure caricati. 

Approfondiamo il percorso di sviluppo di Prosilas, in veste di Alleato di Produzione per l’industria manifatturiera, con alcuni spunti sui materiali più funzionali insieme al nostro Direttore Tecnico Luca Ferroni

Luca Ferroni Tecnico Senior Prosilas Stampa 3d

PA 603 CF – Poliammide & Fibra di Carbonio: leggerezza e solidità per vincere la sfida di produzioni high performance

All’inizio abbiamo basato le nostre produzioni processando materiali come il PA2200(Poliammide pura) e i caricati vetro e alluminio con miscela standard, per poi arrivare a raffinare la nostra proposta attraverso la creazione di veri e propri special blends..

Prosilas stampe tridimensionali in carbonmide per prototipi rapidi

L’intuizione

Circa dieci anni fa abbiamo avuto l’intuizione di utilizzare Poliammide PA2200 caricata con fibra di carbonio, una soluzione altamente robusta e resistente, che apre impensabili opportunità ai settori più complessi, come racing e motorsport, dove la richiesta di prestazioni meccaniche è elevata e, qui è proprio il caso di dirlo, in rapida corsa. La proposta di Poliammide caricata carbonio si traduce quindi in una soluzione funzionale e non solo estetica, competitiva e capace di soddisfare la necessità di settori merceologici ad alto tasso di performance.

Customizzare i processi 

Il materiale PA12 con carica di carbonio presentava una miscela standard, che abbiamo però iniziato a lavorare con procedimenti customizzati per migliorarne la resistenza in asse Z, grazie all’esperienza maturata che ha permesso a Prosilas di apportare modifiche al processo rendendo questo materiale ancora più performante e risolutivo in molti ambiti.

PA 603 CF

il nuovo materiale caricato carbonio 

Con l’introduzione del nuovo materiale da produzione rapida (o prototipazione in alcuni casi), in caricato carbonio, PA 603 CF (Carbon Fiber), possiamo dire di avere compiuto un ulteriore salto di qualità evolvendo le performance ed ottenendo soluzioni con prestazioni ancora più elevate per l’industria che sceglie di affidarsi al supporto dei nostri laboratori tecnici. Il materiale processato presso l’hub Prosilas ha infatti una maggiore resistenza sull’asse Z, più robusto, leggero e con una migliore qualità superficiale, caratteristiche che ne garantiscono il connubio perfetto fra estetica e funzionalità appunto. 

Questo ci permette di creare parti estremamente performanti in termini di meccanica ma allo stesso tempo leggere e sottili, con un’alta rigidità. 

la produzione Stampe tre d per produzioni e preserie Prosilas

Posso dire personalmente che il materiale PA 603 CF è uno dei migliori esempi di materiale per stampa 3D industriale mai testato sino ad ora, per quanto riguarda applicazioni automotive, racing e più in generale in ambito motorsport e mercati complessi. Riusciamo infatti ad ottenere componenti ultra leggeri, dalle prestazioni meccaniche eccellenti e con finitura superficiale davvero notevole, utili anche in operazioni di testing avanzato come le prove che, nel mondo racing ad esempio, vengono effettuate all’interno delle gallerie del vento”.  Luca Ferroni, Prosilas Technical Manager

Test di stampa 3D

I test di stampa per la validazione del materiale sono stati effettuati sulla nostra stampante 3D EOS P770, potendo così arrivare ad offrire ai nostri clienti anche grandi parti monolitiche, mantenendo tutta la qualità di un polimero solido e leggero. 

Attualmente siamo l’unico service provider in tutta Europa a processare PA 603 CF e possiamo dire di esserne orgogliosi: una scelta vincente che ci permette di affrontare tutte le sfide che il mercato industriale della meccanica estetica e ultra leggera propone. 

la produzione Stampe tre d per produzioni e preserie Prosilas
Prosilas si può stampare in 3d parti in plastica per la prototipazione rapida
la produzione Stampe tre d per produzioni e preserie Prosilas

Additive Manufacturing & Prosilas

Terza rivoluzione industriale

Alcuni, riferendosi all‘additive manufacturing, parlano di terza rivoluzione industriale. Anche se suona forte, possiamo di certo affermare che l’AM rappresenta un supporto davvero rivoluzionario nel mondo dell’industria manifatturiera, sostanzialmente per due fattori chiave:

  • la rapidità di esecuzione;
  • riduzione degli sprechi.

Caratteristiche queste, che conducono ad una maggiore sostenibilità sia del processo che del prodotto industriale, anche in un’ottica di analisi LCA: utilizzando tecnologie AM possiamo infatti gestire una produzione on-demand ed un magazzino virtuale, inoltre il processo di stampa, additivo e non sottrattivo, ha sprechi inferiori rispetto alla manifattura tradizionale.

In questo panorama così dinamico  Prosilas si distingue per qualità di prodotti e di materiali, velocità e precisione nell’esecuzione, dinamismo e completezza dell’offerta.

La parola ad ALM

Prosilas offre ai propri clienti il massimo livello di qualità. Non trova la soluzione più rapida ed economica. ALM condivide lo stesso approccio, fortemente orientato alla soddisfazione del cliente. Vogliamo fornire infatti il materiale giusto, quello che le loro applicazioni richiedono realmente. Questa partnership consente alle imprese di avere la certezza di ottenere i componenti della migliore qualità del settore! ” – Sam Houston Senior Manager ALM Global 

Il nostro impegno costante è quello di creare materiali sempre più performanti sulla base delle richieste dei clienti per applicazioni sempre più competitive.” – Weston Harmon Eos R&D Manager 

Videointervista

Grazie a questa breve videointervista di Tecniche
Nuove con 
Luca Ferroni, Technical manager di Prosilas, service specializzato in prototipazione rapida e produzione additiva, abbiamo conosciuto una realtà in grado di dare un supporto olistico alla produzione industriale.

Leggi tutta l’intervista 

LUCA FERRONI

LUCA FERRONI

Technical manager di Prosilas

Luca Ferroni è davvero una colonna portante dell’Azienda. Da venti anni in Prosilas si occupa degli studi di fattibilità, della consulenza tecnica e della gestione dei preventivi e, infine, della preparazione dei job.